25 gennaio 2012

Le beatitudini dell'oratorio

Beati quelli che sono ultimi. Gli ultimi a negare un sorriso, gli ultimi ad arrabbiarsi, gli ultimi a litigare, a rispondere in modo sgarbato, gli ultimi a lasciare nei guai un amico. Saranno apprezzati da Dio e dagli uomini.

Beato te, bambino del catechismo, perché il piccolo è grande e benedetto. Perché riceverai Gesù nell'Eucaristia e lo Spirito Santo nella Cresima e troverai dei compagni di viaggio per tutta la vita.

Beato te, adolescente, che passi le giornate all'oratorio, che impari il servizio e l'amicizia perché tua è la vita. Beato te, adolescente per cui l'altro è un fratello e non un nemico. Beato te quando scopri che la condivisione è gioia, danza e festa, e comprenderai che sono essenziali alla vita: vivrai bene con te stesso e con gli altri.

Beati i baristi, che contano liquirizie e centesimi. Che affondano le braccia nel frigo dei gelati alla caccia di un ghiacciolo alla fragola. Che, dietro cauzione, distribuiscono le palline di ping-pong e guardano i ragazzi al biliardino, dosando tolleranza occhiatacce di fronte a sbruffonate e parolacce. Hanno imparato e coltivato la sottile arte della pazienza, aiutando i più piccoli a comprendere il senso del denaro. Dando e negando, magari con un bonario: "Non ti sembra di aver esagerato?". Beati loro, perché pensano al bene dei ragazzi più che alle casse dell'oratorio: è loro il regno di giustizia e benevolenza che Dio ci ha dato. Beati, perché sanno che il denaro e le cose sono per la condivisione, la comunione. Beati, perché sono testimoni della misericordia e dell'amore di Dio, che dona largamente a tutti, buoni e meno buoni.



Beato te, giovane, quando scopri che l'amore lo studio, il lavoro sono per cambiare il mondo e cambiarlo in meglio andrai lontano. Beato te, giovane quando sarai attento alle richieste dei più piccoli: sarai dispensatore di gioia.

Beati voi, educatori, se saprete distinguere, se saprete ascoltare, se saprete trovare le parole giuste: sarete testimoni dell'amore di Dio e riceverete conforto nella vita.

Beati voi quando vi scherniranno con aria di compatimento e vi diranno: "E’ una cosa da oratorio!". Gioite e rallegratevi: loro non lo sanno, ma parlano di una cosa fatta con il cuore, con passione, con fantasia, creatività... un'opera dell'anima. Ma guai a voi quando prendete sottogamba le cose e, a vostra volta, dicendo con la stessa leggerezza e forse una punta di alterigia: “E’ una cosa da oratorio!". Guai a voi - cioè, poveri voi - perché non avete capito l'importanza delle cose fatte con amore, delle cose che hanno un'anima. Beati coloro che misurano e pensano con il metro di Dio: eviteranno tante stupidaggini e vinceranno il male con il bene.

 RICORDA!
 Martedì 31 gennaio
 festa in oratorio
 cena, messa e serata in compagnia...

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