09 novembre 2013

Inferno e Paradiso

    Un uomo pio e curioso ebbe un giorno l’occasione conversare con Dio, e gli chiese: «Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno».

    Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. C’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. L’uomo sentì l’acquolina in bocca. Stranamente, le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi attaccati alle loro braccia: tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’; ma, poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca.

    Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro crudeli sofferenze. Dio disse: «Hai appena visto l’Inferno».




    Dio e l’uomo si diressero allora verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che videro era identica alla precedente: c’era la grande tavolata rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina, e le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo.

    Il sant’uomo guardò Dio: «Non capisco!», confessò. «E’ semplice - rispose Dio - essi hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri, a imboccarsi! I primi, invece, non abituati a pensare ad altro che a loro stessi, non sono capaci di vedere la possibilità alternativa... Inferno e Paradiso sono uguali nella struttura: la differenza la portiamo dentro di noi».

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